Ormai si sente parlare di integratori alimentari un po’ ovunque, nelle riviste specializzate e non. Spesso però vengono lasciati in sospeso alcuni aspetti fondamentali che generano confusione nel consumatore. Vediamo di fare il punto della situazione insieme con Alessandro Colombo, Presidente Gruppo “Integratori alimentari e prodotti salutistici” – Aiipa, Associazione italiana industrie Prodotti Alimentari.
– Cosa sono gli integratori alimentari?
La definizione regolatoria recita: “per integratori alimentari si intendono prodotti alimentari destinati ad integrare la dieta normale e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali vitamine e minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico. Si presentano in forma di tavolette, capsule, compresse, bustine di polveri, fiale di liquidi, flaconcini e flaconi a contagocce ed altre forme similari di liquidi e polveri per fornire un apporto predefinito di nutrienti e/o sostanze ad effetto fisiologico”.
Dalla definizione di integratore, emergono quattro punti salienti:
• gli integratori alimentari sono alimenti e quindi sono regolamentati come tali e sono soggetti a tutte le regole e norme applicabili agli alimenti
• lo scopo di questi prodotti è di supplementare, integrare la dieta normale e non devono sostituire un’alimentazione varia ed equilibrata
• gli integratori alimentari sono fonti concentrati di nutrienti o altre sostanze con effetto nutrizionale (ad esempio vitamine, minerali ecc.) o fisiologico (ad esempio estratti vegetali e probiotici), da soli o in combinazione
• gli integratori vengono commercializzati in forme predosate, cioè formulati per essere assunti in piccole quantità misurabili e misurate.
– Qual è l’uso corretto che occorre farne e perché assumerli?
Nel caso degli integratori siamo di fronte a prodotti che si assumono in forme che possono ricordare un farmaco, ma la cui finalità è quella di fornire nutrienti e altre sostanze con effetto fisiologico a supporto delle normali funzioni dell’organismo e contribuire a mantenere lo stato di salute e di benessere. In nessun caso, inoltre, devono essere utilizzati in sostituzione a una dieta bilanciata e salutare. Correttamente utilizzati per modalità e quantità, gli integratori contribuiscono generalmente al mantenimento di un buono stato di salute in soggetti sani o con piccoli disturbi di origine fisiologica: transito intestinale rallentato, alterazioni della flora microbica intestinale, spossatezza etc. Alcuni integratori specifici potrebbero però anche contribuire a ridurre eventi negativi in soggetti con malattie croniche (come patologie coronariche, osteoporosi, o malattie dell’occhio età-correlate) con un conseguente contenimento della importante spesa sanitaria pubblica che queste malattie comportano anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Uno studio pubblicato nel 2013 negli Stati Uniti da Frost & Sullivan ha calcolato il possibile risparmio economico che, dal 2013 al 2020, poteva derivare dall’uso di alcune sostanze nutritive presenti negli integratori, in una popolazione over 55 affetta da patologie croniche con gravi impatti sociali ed economici e a rischio di complicanze. Tra i casi esaminati, la simulazione ha dimostrato che:
• Gli omega 3, le vitamine del gruppo B, i fitosteroli e le fibre vegetali potrebbero ridurre ripetuti infarti del miocardio nella popolazione con malattia coronarica e consentire risparmi tra 2,8 e 26,5 miliardi di dollari
• L’integrazione con luteina e zeaxantina potrebbe far risparmiare quasi 7,4 miliardi di dollari in una popolazione con malattie dell’occhio età-correlate
• L’integrazione con calcio, Vitamina D e magnesio potrebbe generare risparmi tra 4,2 e 8,6 miliardi di dollari in una popolazione con osteoporosi
Questi numeri importanti, che dovranno essere confermati da uno studio analogo di Frost & Sullivan ma in corso in Europa, ci indicano quindi come alcuni integratori potrebbero avere un ruolo importante nel nostro sistema sanitario in futuro. Ancora più recentemente, in Francia uno studio del 2015, pubblicato su PLOS ONE sull’impatto dell’assunzione di probiotici da parte della popolazione, ha stimato un risparmio pari a 6,6 milioni di euro in termini di riduzione di giorni di malattia per infezioni respiratorie, a 473.000 euro di trattamenti antibiotici e di 1,5 milioni di euro di giorni di malattia. In tutto, è stato calcolato un risparmio complessivo del Sistema Sanitario Nazionale sino a 37,7 milioni di euro.
– Sono adatti a tutte le fasce di età? Quindi, dai bambini agli anziani è meglio un particolare tipo piuttosto che un altro?
Sono sicuramente adatti nelle situazioni in cui aumenta il fabbisogno di alcune sostanze (come in gravidanza), oppure quando ci si trova di fronte a palesi carenze nutritive (come nella terza età), in momenti fisiologici della vita di una donna come la menopausa, o ancora per coadiuvare l’organismo in alcuni momenti particolarmente stressanti per il nostro organismo – ad esempio un periodo di intensa esposizione al sole o ad alte temperature, un’attività fisica impegnativa o l’adozione di diete ipocaloriche. Tuttavia generalmente la loro funzione va oltre situazioni specifiche, proprio per il loro ruolo di supporto delle normali funzioni dell’organismo e quindi di contribuire a mantenere lo stato di salute e di benessere.
– Ci potrebbero essere dei rischi e, se sì, quali?
Ogni integratore deve superare in Italia una procedura di notifica dell’etichetta presso il Ministero della Salute, al fine di garantire la massima sicurezza e una corretta informazione al consumatore. Se la valutazione è positiva, l’integratore viene inserito in un apposito Registro liberamente consultabile online. La normativa italiana attua le direttive europee e garantisce una corretta identificazione delle sostanze, dei loro dosaggi, la correttezza delle informazioni presentate in etichetta e l’osservanza di adeguate procedure di produzione e confezionamento. Inoltre, i livelli ammessi di vitamine, minerali e altre sostanze sono definiti nelle linee guida del ministero sugli integratori alimentari, in progressivo aggiornamento in base ai riscontri provenienti dalla ricerca. Nel caso di integratori a base di piante ed estratti è anche attivo, nel nostro Paese, un sistema di fitosorveglianza.
Non dimentichiamo inoltre che in Italia il consumo di integratori è in 7 casi su 10 mediato dal medico o dal farmacista, quindi da professionisti della salute che contribuiscono ad elevare il livello di sicurezza di consumo degli integratori rispetto ad altri Paesi dove prevale il fai da te. Oggi, nel nostro Paese, 8 persone su 10 fanno uso di integratori di vario genere (dai multivitaminici/minerali, ai prebiotici e probiotici, ai prodotti a base di estratti vegetali etc.) senza segnalazioni di reazioni avverse significative, e quindi gli elevati numeri di consumo fanno capire gli alti elevati di sicurezza raggiunti da questo settore. Poiché però nessuna sostanza che assumiamo con la dieta o con gli integratori è completamente priva possibili effetti diversi da quelli attesi, o priva di interazioni con gli eventuali farmaci che assumiamo, è sempre bene – se esistono dubbi da parte del consumatore – consultarsi con un Health Care Professional come il farmacista o il proprio medico. Suggeriamo, invece, di diffidare di integratori che non hanno subito il processo di notifica, in particolare se acquistati su Internet.